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Ecco cosa prevede la nuova normativa UE e perché impatterà sulla gran parte degli immobili italiani. Entro il 2030, infatti, si dovranno restaurare tutti gli immobili in classe F o G ed entro il 2033 si prevede di portare questa soglia almeno fino alla classe D. Questi sono i primi step che prevede la normativa per avere immobili ad immissioni 0 entro il 2050.
Cos’è la certificazione energetica di un edificio? Si chiama APE ed è indispensabile al momento del rogito quando si acquista o si vende la casa. Esso riporta tutte le informazioni a proposito del consumo energetico e dell’isolamento termico. In base a questa classificazione gli immobili possono essere collocati in fasce.
Le nuove tappe della commissione europea seguono una mappa per rendere più efficienti gli immobili nelle classi energetiche inferiori:
L’iter che sta per iniziare dovrà essere approvato dagli stati membri dell’UE e dovranno essere così rivisti tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali.
Più di tre quarti degli edifici presenti nell’UE risulta ad ora inefficiente e responsabile dell’emissione di gas serra all’interno del paese.
Contando che in Italia il 60% degli edifici risulta in classe F e G si prevede un impatto significativo anche solo per il passaggio in classe E. Per il salto di classe occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%, riduzione che si ottiene ad esempio con un cappotto termico, la sostituzione degli infissi e di una nuova caldaia a condensazione.
Quel che è certo è che la spesa non può gravare sui cittadini. Verranno quindi stabiliti incentivi facilmente accessibili. Occorre quindi stabilire tempi e modalità in sede UE, poi in Italia andando di pari passo con la promozione incentivi certi e duraturi. Solo così sarà possibile affrontare tale sfida coinvolgendo i cittadini e migliorando il nostro paese.